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Quando la cultura si fa impresa (di Sandro Arco)

Lo spettacolo dal vivo ha subito negli ultimi anni un pesante decurtamento di risorse, infatti, relativamente alle performing arts (musica, prosa e danza), si è dispersa una vasta fetta del patrimonio di sapere professionale e di valore della tradizione. Lo spettacolo dal vivo è, per propria essenziale definizione, la rappresentazione in pubblico e tale resta anche a fronte delle enormi innovazioni tecniche della comunicazione multimediale: la messa in scena o l’esecuzione sono e restano un momento unico ed irripetibile cui riproduzione e diffusione multimediale non possono sottrarre alcunché.

Inoltre, va precisato, che gli eventi culturali per la pubblica amministrazione e non solo devono avere anche una contropartita sociale sulla quale va a sostanziarsi il finanziamento pubblico. Lo spettacolo pertanto è sia attività culturale e in quanto tale presuppone e comporta una diffusione di contenuti e di pubblico, sia impresa culturale e in tale veste presuppone e comporta un processo economico.

Su queste basi dal 2014 la Fondazione Molise Cultura inglobando la Fondazione Savoia, attraverso un accordo di fusione per incorporazione, ha costituito un unico organismo che, sostenuto dalla Regione Molise con la collaborazione della Provincia di Campobasso, ha dato nuova vita e vitalità al meraviglioso teatro Savoia, rilanciandone le attività. Da allora sono state organizzate stagioni teatrali di altissima qualità e grandissimo successo. Il meglio della programmazione nazionale, ha calcato il palcoscenico dello storico teatro di Campobasso, nella ricchezza e poliedricità della proposta: dal musical all’operetta, dal teatro di impegno a quello classico, dalla danza alla musica. Oltre quarantamila nel 2019 le presenze a Teatro. Duecentoquaranta le giornate di apertura.

Lo sviluppo del progetto complessivo è sicuramente collegato alla sempre più qualificata ed alta professionalità del personale e ha accompagnato la svolta di un organismo interessato all’impresa produttiva culturale, attraverso il coinvolgimento delle professionalità locali in tutti i settori.

In quest’ottica si è mossa quindi la Fondazione Molise Cultura che ha attivato un percorso culturale che, oltre al Savoia, lo spazio vitale, quello nel quale si elabora la programmazione della Fondazione è, sicuramente, il Palazzo Gil: undici mila metri quadrati di sale, spazi espositivi, auditorium, finalmente restituiti alla collettività, in cui, grazie alla collaborazione delle associazioni, degli operatori del settore e delle istituzioni, si affiancano e si intrecciano tutte le arti: musica, cinema, piccolo teatro, mostre di grandissimo livello e attività laboratoriali. Un grande esperimento di programmazione e strategia culturale che ha, finalmente, portato il Molise fuori dal Molise e reso la regione un luogo attrattivo. Marotta, De Chirico, Picasso, McCurry e i più significativi artisti, pittori e fotografi del ‘900 hanno trovato nella Gil una cornice unica per le proprie esposizioni, così come la ripresa dell’attività cinematografica nell’Auditorium ha restituito uno spazio centrale nella città per una filmografia non commerciale. Circa venticinquemila i frequentatori nel 2019.

I numeri raccolti segnalano una felice risposta del pubblico alla grande mole di attività culturali che la Fondazione è stata capace di promuovere sia in ambito istituzionale sia a sostegno delle attività di organizzazione privata.

La crescita diffusa della domanda del pubblico molisano appare motivata dall’offerta che si è sempre presentata come una proposta variegata stratificata e diffusa su tutto il territorio regionale.

 

Reinventare un ruolo per lo spettacolo dal vivo e la programmazione culturale, determinando con questo un nuovo volano per lo sviluppo territoriale è la sfida. Anche il più nomade e deterritorializzato dei lavori, per moltiplicare la sua capacità produttiva ha bisogno di una politica che investa sul territorio. Quindi non sul singolo evento, ma sulla programmazione degli eventi, sul sostegno al processo di produzione fin dalla preparazione, sullo sviluppo della conoscenza a partire dalla pubblica istruzione, sull’affinamento dei saperi professionali e la riqualificazione del lavoro, sulla valorizzazione e la creazione di spazi, sugli accessi agevolati.

La cultura è la base formativa della società e pertanto deve annoverare tra gli investimenti quelli che oggi sono considerati meramente costi di produzione.

Una politica territoriale che vuole avere effetti espansivi sul Pil, dando impulso, come è possibile, anche al turismo, ai trasporti, al commercio, al risparmio, può partire dal potenziamento delle rappresentazioni in pubblico.

La capacità dello spettacolo di creare ricchezza si esprime anche sull’indotto locale attraverso una serie di consumi paralleli e complementari, che si traducono in un arricchimento delle strutture e in attività presenti sul territorio.

La volontà è di mettere in atto attività focalizzate su punti strategici del territorio regionale volendo dimostrare, in sostanza, che occorre sviluppare una politica adatta alla valorizzazione delle strutture, che si muova facendo uso di strumenti di promozione, che programmi attività di formazione anche in diretto rapporto con chi si occupa di istruzione.

Particolare attenzione, come sempre, è stata rivolta alle scuole attraverso una programmazione deputata e articolata in una serie di matinèe e incontri coinvolgenti.

L’obiettivo del progetto è la valorizzazione dei luoghi dello spettacolo e della Cultura. La programmazione, estremamente varia e poliedrica, ha incontrato l’interesse e il coinvolgimento di un pubblico articolato. La bellezza, la particolarità e l’importanza dei luoghi regionali della Cultura diventano elementi imprescindibili per entrare nella storia e nel cuore pulsante dei borghi e valorizzarne non solo gli aspetti culturali. In tal modo la Cultura diventa un tassello fondamentale nella conoscenza del Molise e nella ricostruzione della sua vocazione artistica sedimentata nel tempo. Una bella impresa.