Marilisa Canale

Marilisa Canale2020-05-19T17:13:26+02:00

Antiqvitas

Carpe diem: quam minimum credula postero (di Marilisa Canale)

Alienati da un momento storico in cui il tempo sembra sfuggirci di mano insieme alle occasioni, ai momenti di vita condivisa, con tutte le gioie e le emozioni che ne derivano, non può non echeggiare nelle nostre menti una delle più celebri poesie che la letteratura latina ci ha tramandato: è l’Ode 1,11 del poeta Quinto Orazio Flacco, semplicemente [...]

by |Gennaio 6th, 2021|Categorie: Marilisa Canale|0 Commenti

Il labile confine tra ragione e istinto: la storia di Medea (di Marilisa Canale)

Medea: dalla voce verbale greca μήδομαι, significa meditare, escogitare. Nomen omen. Per gli antichi, il nome contiene il presagio di chi siamo in potenza, delle radici profonde del nostro destino. Quello di Medea risuona nel tempo, ormai antonomastico in virtù dell’impronta che il fascino della sua mitica vicenda ha impresso nel solco della cultura letteraria, artistica, storica. Nelle vene [...]

by |Settembre 30th, 2020|Categorie: Marilisa Canale|0 Commenti

Le colpe del singolo ricadono su tutti (di Marilisa Canale)

Hic et nunc. Qui ed ora. Un’esperienza collettiva unica, priva di precedenti negli ultimi anni, ci offre oggi lo spunto per esplorare un passato mitico, eroico, nel quale affondano le nostre radici più profonde, rimanendo, tuttavia, ancorati al nostro tempo e al nostro spazio. Intuire quel sottile legame mai interrotto, quella sensazione di umano riversata in secoli di opere [...]

by |Maggio 20th, 2020|Categorie: Marilisa Canale|tag = , , , , |0 Commenti

Indomito spirito libro, approdata al mondo con un libro e una biro tra le mani. Scrivere è per me un’abitudine catartica da tempo immemore, un antro sicuro, che lascia emergere il mio lato più autentico. Combinare lettere per formare parole, intrecciare queste a comporre frasi è qualcosa che possiede un fascino primigenio. Una laurea triennale in lettere classiche nel bagaglio, ma instancabilmente avida di esplorare, comprendere, interiorizzare l’eterno mistero della bellezza racchiuso nell’inestimabile patrimonio letterario antico. Mani su mani di scribi, nel corso di secoli su secoli lo hanno custodito, raccolto e tramandato alla posterità. La lingua greca: il rompicapo favorito delle mie notti insonni; quella latina: l’ordine, il rigore, l’armonia, a cui il mio animo vagabondo aspira. Più di qualcuno si chiederebbe perché. E allora, mi sento in dovere di citare le lucide ed efficaci parole di Massimo Gramellini: “Latino e greco sono codici a chiave, insegnano a chiedersi il perché delle cose. Chi impara a districarsi fra Tacito e Platone assimila una tecnica, che potrà applicare a qualunque ramo del sapere e della vita.” La prima cosa, forse la più importante tra tutte, esse insegnano a conoscere te stesso: γνῶθι σαυτόν (gnōthi sautón), la massima iscritta nel Tempio di Apollo a Delfi. Urge percezione di sé, urge coscienza, in un tempo in cui la complessità del reale rischia allontanarci dalle radici dell’essere, di farci dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Imparare a pensare, rasserenare l’animo con la potenza di parole ben disposte sono bisogni che non passeranno mai di moda. Con questa rubrica, mi proporrò di esplorare il mondo antico, la cultura greca e romana, culla della nostra civiltà, cercando di analizzare con lucidità schemi di pensiero di un tempo differente in toto dal nostro, ma anche profondamente attuale. Basti pensare all’universalità dei valori declamati nelle antiche tragedie, allo spezzarsi della lingua di Saffo davanti alla persona amata. Ecco, l’umano: qualcosa che nella sua profonda essenza è rimasto tale e sempre lo sarà.

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