La scomparsa di Joseph Tusiani, avvenuta a New York l’undici aprile, priva la cultura italiana nel mondo di uno dei suoi interpreti più fecondi e autorevoli. Scrittore in quattro lingue (italiano, inglese, latino e dialetto di San Marco in Lamis, dove era nato), è stato autore di poemi, romanzi, saggi, edizioni critiche e traduzioni in inglese che hanno avuto crescenti riscontri critici nel mondo accademico e risonanza nel contesto culturale italo-americano e in quello di origine. La sua trilogia autobiografica, di recente ripubblicata in sintesi da Bompiani a cura di Cosma Siani, uno dei suoi maggiori studiosi, è un accattivante e straordinario percorso di conoscenza nel mondo degli italiani di America.
È stato un grande amico dei molisani e del Molise. Ne “La parola difficile” ci ha dato una toccante testimonianza del suo rapporto di devozione e di affetto con Arturo Giovannitti, un Giovannitti, tuttavia, ormai provato dalla lunga malattia e dalla solitudine della fase finale della sua esistenza. Ha poeticamente e a lungo dialogato con Giose Rimanelli, che a Lui ha dedicato, ricambiato, i “Sonetti per Joseph”. Ha assiduamente interloquito con Renato Lalli, in occasione dell’appassionato lavoro che lo stesso Lalli ha dedicato a Giovannitti.
Non potendo partecipare personalmente alle giornate internazionali di studio su Giovannitti, che si svolsero a Campobasso nel novembre del 2005, non fece mancare una sua pagina introduttiva al volume – Il bardo della libertà- che ne raccolse gli atti.
Accolse con simpatia e illustrò con la sua presenza lo spettacolo teatrale “L’autodafe’ del camminante” che Stefano Sabelli e Diego Florio portarono negli USA.
Ci mancheranno la sua sconfinata cultura umanistica e, non meno, il suo tratto umano, affabile, cortese, aperto e disponibile.