Un giorno Giacomo camminava per i boschi e si trovò davanti un ponte tibetano fatto di corde che oscillava ad ogni soffio di vento; sotto di esso scorreva un fiume limaccioso. D’un tratto scorse due figure al di là della struttura sospesa: non ne era sicuro, ma gli parvero proprio due leoni! Ebbe paura ma sapeva che doveva compiere quel percorso a tutti i costi. E lo fece.

Arrivato dall’altra parte dopo enormi fatiche, scoprì che i felini non erano in realtà altro che due grandi statue di sabbia. Provò a sfiorarne una e la vide sgretolarsi all’improvviso e trasformarsi in una nuvola di polvere e così successe anche all’altra, senza che Giacomo l’avesse nemmeno toccata. Quando la polvere si dissolse, il giovane ebbe una visione straordinaria: una fanciulla dalla pelle bianchissima e dagli occhi a mandorla stava intrecciando un cesto ai piedi di una fonte.

Giacomo: Chi sei?

Natura: Sono il grande tutto. Non sono un matematico, ma tutto ciò che mi riguarda è governato da leggi matematiche.

Giacomo: Allora c’è un grande geometra che ti dirige.

Natura: Forse hai ragione. Sento che dentro di me c’è un’intelligenza, una potenza che però so che non potrò mai conoscere.

Giacomo: Ma qual è il tuo vero nome?

Natura: Mi chiamano Natura, ma in realtà sono Arte. Non vedi l’arte infinita presente in ogni granello di sabbia, in ogni montagna, in ogni insetto? Anche la forma dei virus invisibili è perfetta.

Giacomo: È vero, sembra che tu sia governata da un essere potente e laborioso che ti fa apparire.

Natura: L’essere di cui tu parli non può trattenermi. Tantomeno tu, piccolo atomo, puoi trattenermi. Sii contento di vivere nell’arte, di vedere altri atomi come te e un giorno di dissolverti nel grande tutto.

Giacomo: Ma dimmi soltanto: perché esisti?

Natura: La risposta è semplice: non lo so.

Giacomo: Il nulla allora sarebbe meglio di questo vivere e dissolversi continuamente. “O Natura, perché non rendi poi quel che prometti allor?”

Natura: Chiedilo a chi mi ha creato.

 Giacomo andò via con le mani dietro la schiena dopo che la fanciulla si dissolse nell’acqua della fonte.

 (liberamente ispirato a: “Questions sur l’Encyclopédie – Nature” di Voltaire, “Dialogo della Natura e di un islandese” di Leopardi e “Lancelot” di Chrétien de Troyes).