Ucciso dalla malaria, Dante Alighieri muore a Ravvenna nella notte tra il 13 e 14 settembre 1321. Si compiranno quindi il prossimo anno settecento anni da quel giorno. Alla sua morte, Dante aveva 56 anni. Il mezzo cammino di una vita era già passato da tanto. Beatrice Portinari, la sua Beatrice, se n’era andata trent’anni prima, l’8 giugno del 1290. Una morte improvvisa, Beatrice non aveva nemmeno venticinque anni. Prima di essere poeta, dante è un uomo di grandi passioni e l’amore per una donna è la passione somma che un uomo possa provare nella propria vita. Quella morte è un taglio, una ferita profonda che lo lascia senza sutura e senza anestesia. Ricuce anni dopo quel taglio, con le parole della Commedia. Di quella donna però comincia a scrivere subito, già nella “Vita Nova”. Con tono profetico, da iniziato, vede in filigrana il capolavoro che verrà. Nel capitolo XLII, annuncia che non avrebbe più scritto di Beatrice sino a quando non avrebbe composto versi così belli per il suo amore che nessuno avrebbe mai eguagliato. «Appresso questo sonetto apparve a me una mirabile visione, ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com’ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d’alcuna. E poi piaccia a colui che è sire de la cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia secula benedictus» (Vita nova, XLII). mai promessa fu più mantenuta di quella fatta da Dante Alighieri.

Quando Dante chiude i suoi occhi sul mondo, sono passati già ventuno anni dall’alba del 1300, momento d’inizio del suo viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. È passata mezza vita, ma Dante non ne avrà altrettanta da fare. Nel Convivio, opera pretendete la Commedia, il sommo poeta riprende il Salmo 89 della Bibbia, quello che stima la vita di un uomo in settant’anni. Dante paragona la vita di un uomo a un arco di tempo lungo esattamente settant’anni e pone l’apice a metà di questo cammino,: “Là dove sia lo punto sommo di questo arco […] io credo tra il trentesimo e il quarantesimo anno, e io credo che ne li perfettamente naturati esso ne sia nel trentacinquesimo anno”.

Per celebrare il settecentesimo anniversario dalla morte, il mondo della cultura italiana sta organizzando per il 2021, peste permettendo, una serie di eventi. Tra i soggetti attivi in questa direzione, c’è un gruppo formato da trentasette Festival Culturali tra i più apprezzati sulla scena nazionale. Rassegne di narrativa e poesia, festival scientifici, di saggistica, giornalismo culturale, costume. Tutte manifestazioni e appuntamenti accomunati dalla volontà di mantenere saldo il rapporto con il testo e con la parola. In questo prestigioso gruppo, il Molise è rappresentato dalla Fondazione Molise Cultura con il suo Art Festival Poietika. “Piazza Dante”, è questo il nome scelto per il cartellone degli eventi che le trentasette realtà italiane andranno a comporre, una proposta che garantirà una grandissima risonanza  e successo di pubblico. “Piazza Dante” ci proporrà un itinerario attraverso  i luoghi, le suggestioni, la fede e la storia che attraversano non solo le tre cantiche della Commedia ma tutta l’opera del sommo poeta. A tenere insieme, a fare da collante all’itinerario dantesco sarà la passione che ha animato i suoi versi. Dante fu un uomo di grandi passioni politiche e umane. Fu un uomo che amò, non ricambiato, ma che amò a tal punto da mantenere fede a quel suo impegno scritto nella “Vita Nova”: “io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d’alcuna”. L’amore, declinato nella sua versione poetica e letteraria, sarà tra i temi di “Piazza Dante” e, c’è da immaginare, anche quello più suggestivo.