Ho iniziato ad ascoltare musica molto presto. Comprai la cassetta originale di Peter Gabriel “Plays Live” a Termoli da Scrascia nel 1985 perché mi intrigava la faccia di Peter. Ricordo ancora l’espressione del tipo del negozio “ Hey ragazzotto ma….”

In realtà i miei genitori questa passione non me l’hanno trasmessa anche se mio padre giostrava con Beatles e Rolling Stones.

Sono padre da due anni e il pargolo farà un po’ quello che vuole, però una cosa devo dirla: riconosce Bowie, lo ascoltiamo insieme praticamente da quando è nato, lo chiama, anzi, sicuramente lo ascoltava già nella pancia della mamma.

Una canzone lo ipnotizza parecchio: Starman, un pezzo del 1972 tratto da quel capolavoro glam che si chiama “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars”.

Parliamone.

Il segreto del successo su mio figlio è quel video, quello su You Tube, quello della partecipazione di David a Top of the pops il 6 luglio del 1972.

In realtà quella apparizione sconvolse la vita di molte persone a partire da Bowie, che da quel momento diventò a tutti gli effetti una rockstar ma anche quella di migliaia di adolescenti rinchiusi nelle proprie camerette.

Gary Numan, Boy George, Siouxie Sioux, Midge Ure, Marc Almond, Gary Kemp, David Sylvian, Martin Gore e Dave Gahan vi dicono qualcosa? Tutti soggettini veramente cinebrivido che hanno dichiarato che quella apparizione aveva dato loro una rotta, una possibilità, uno di quei percorsi che solo il rock’n’roll può dare.

In effetti quei 3 minuti e mezzo sono la perfezione pop. Una esibizione atipica rispetto a quelle di quel periodo negli anni settanta, tutta chitarre lancinanti e machismo.

Bowie/Ziggy, tuta da marziano, capelli color carota, dodici corde turchese e occhi bicolori non sbaglia una mossa, è consapevole che da quel momento in poi nulla sarà come prima.

 

Non sapevo che ora fosse e le luci erano basse

Mi chinai sulla mia radio

Un tizio stava mandando del rock’n’roll – con un sacco di soul, disse

Poi il suono forte diede l’impressione di sfumare

Ma ritornò come una voce lenta su un’onda di distorsioni

Questa volta dal suono della radio usciva fuori un “indistinto gergo cosmico”, ( hazy cosmic jive) proveniente da Marte. Era il verbo di Ziggy, che con il suo aspetto glam-androgino annunciava ai ragazzi britannici il suo arrivo sul pianeta terra.

I genitori dei pargoli di quegli anni si incazzarono parecchio dopo quella visione. Durante l’esibizione quando Bowie cinse le spalle di Mick Ronson fu scandalo. Quell’atteggiamento tenero e spensierato nell’Inghilterra di quegli anni fu scioccante. Stiamo parlando di un paese che solo cinque anni prima aveva smesso di considerare l’omosessualità un crimine.

Ecco il rock’n’roll è questa cosa.

“Lasciate che i pargoli vengano a me”, “Lasciate che i ragazzini perdano la testa”, “Lasciate che i ragazzini usino la testa”, “ Lasciate che i ragazzini ballino il boogie”.

Figata pazzesca!!

Lo “space invader” non è più solo un oggetto non identificato che vaga nello spazio, è un qualcosa di tangibile che lo possiamo vedere in televisione.

Attenzione: questa cosa non bisogna raccontarla ai genitori, Ziggy deve rimanere un segreto tra teenager e quando usciamo per andare a vedere i concerti dobbiamo truccarci come lui, ma mamma e papà non devono saperlo.

Nasce la Ziggy-mania, nasce una stella.

Hai capito papà?

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