La critica più esperta definisce il fraseggio fluido e articolato del suo strumento come l’aspetto che lo caratterizza. I toni entusiastici con i quali la stampa ha accolto il suo ultimo lavoro avvicinano le sue caratteristiche ai grandi sassofonisti della storia del jazz. Infatti, pur ispirandosi ad alcuni modelli, l’artista colpisce proprio per la sua originalità, facilmente identificabile anche nel modello di composizione.

Una sintesi biografica. Allievo del Corpo Bandistico Città di Terracina, sua città natale, si diploma al Conservatorio di Musica “L. Refice” di Frosinone con il massimo dei voti. Il palmarès. Nel 1996 risulta vincitore del premio intitolato a Massimo Urbani e l’anno seguente dello “Europe Jazz Contest”, assegnatogli in Belgio come miglior solista e miglior gruppo; nel 2000 si aggiudica il “Top Jazz” nella categoria nuovi talenti e nel 2010 come miglior sassofonista dell’anno, risultando primo nel referendum annuale indetto della rivista specializzata Musica Jazz. Inoltre vince nel 2010 e nel 2013 il Jazz It Awards come miglior sax alto. Durante l’edizione 2019 di Umbria Jazz riceve il titolo di Ambasciatore dell’Umbria Nel Mondo.

Tra le sue numerose e prestigiose collaborazioni ha affiancato musicisti di valore assoluto quali Charlie HADEN, Gonzalo RUBALCABA, Phil WOODS, Enrico PIERANUNZI, Enrico RAVA, Franco D’ANDREA, Martial SOLAL, Jeff “Tain” WATTS, Mark TURNER, Kurt ROSENWINKEL, Kenny WHEELER, Bob MINTZER, Joe LOCKE, Joe LA BARBERA, Daniel HUMAIR, Stefano BOLLANI, John PATITUCCI, Cedar WALTON, Andrè CECCARELLI, Biréli LAGRENE, Philip CATHERINE, Sylvain LUC, Kurt ELLING, Marc JOHNSON, Joey BARON, Guy BARKER, Melton MUSTAFA, Jean-Michel PILC, Richard GALLIANO, ed altri.

Dopo le tante incisioni con diverse etichette italiane e non solo, nel settembre del 2000 ha firmato un importante contratto con la prestigiosa casa discografica francese Dreyfus Jazz, con la quale ha registrato sei albums di grandissimo successo: “Luggage” (Aprile 2001), “Mr. Dodo” (Ottobre 2002), “More Than Ever” (Ottobre 2004) feat. Richard GALLIANO e Jean-Michel PILC, “Anything else” (Gennaio 2007) feat. Dado MORONI e Flavio BOLTRO, “Lennie’s pennies” feat. Joe LA BARBERA (Marzo 2010), “Images” (Aprile 2013) feat. Joe LOCKE, John PATITUCCI e Joe La BARBERA. Nel Marzo 2016 è uscito l’album “The Hidden Side” per l’etichetta Parco della Musica Records, seguito da “Cinema Italia” per l’etichetta Jando Music e “Duke’s Dream” in duo con il pianista Enrico PIERANUNZI per l’etichetta tedesca INTUITION.

Molto apprezzato dalle platee internazionali (Belgio, Spagna, USA, Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Inghilterra, Colombia, Portogallo, Turchia, Giappone, Lituania, Taiwan, Cina, Nuova Caledonia, Israele, Mexico, Hong Kong, Algeria, Ungheria, Russia, Siberia, Qatar).

Dal 2013 è docente di sassofono presso il Saint Louis College of Music di Roma e presso il Dipartimento Jazz del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.

La carriera artistica di Rosario Giuliani vanta esperienze numerose, eterogenee ma sempre di elevato spessore. Diretto da maestri di fama internazionale come Ennio MORRICONE, Luis BACALOV, Armando TROVAIOLI, Gianni FERRIO, Nicola PIOVANI, Ritz ORTOLANI, ha partecipato a numerose incisioni per colonne sonore cinematografiche. Inotre ha fatto parte dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.

Ma veniamo all’album che segna il suo ritorno: “Love in Translation”, per la label Jando Music/Via Veneto Jazz, una collaborazione nata a Umbria Jazz una ventina di anni fa.

Si tratta di una fusione artistica fra due musicisti di diversa nazionalità, di cultura diversa e magari anche di diverso carattere, che sono diventati nel tempo grandi amici, oltre che protagonisti indiscussi della scena jazzistica internazionale: il sassofonista italiano e il vibrafonista americano Joe Locke. Accompagnati da altri due maestri assoluti nei loro strumenti, il bassista Dario Deidda e il batterista Roberto Gatto. Rosario e Joe si ritrovano così a confermare il ventennale di questa loro sfavillante interazione con un disco intenso, passionale, forgiato dai loro ineguagliabili talenti musicali. Come dice lo stesso titolo, “Love in Translation” è un disco imperniato sul sentimento più forte e indecifrabile: l’amore. Fra standard famosi, come “Duke Ellington’s Sound of Love” del grande Charles Mingus, “Love Letters” di Victor Young e Edward Heyman e persino una “Can’t Help Falling in Love” che fu nel repertorio di Elvis Presley, brillano anche dei brani originali, con due sentiti omaggi a due grandi musicisti che purtroppo non sono più fra noi: “Raise Heaven” che Joe Locke ha voluto dedicare a Roy Hargrove e “Tamburo” di Rosario Giuliani per Marco Tamburini. Il disco è stato una delle delle novità discografiche ad Umbria Jazz Winter 2019 a Orvieto.

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