Una magia che si ripete ogni qualvolta la chitarra inizia a sollazzare le menti, a rivitalizzare il corpo, a muovere le coscienze ed anche le gambe.

Chi è Francesco BUZZURRO?

Nell’essere sintetici potremmo assumere tutto in: Francesco BUZZURRO, è Francesco BUZZURRO.

Il grande dono di iniziare a suonare a sei anni, con la consapevolezza di avere uno scettro nelle mani, nella mente e nel cuore.

Senza nessuna rincorsa ma, con la passione di un veterano, si Diploma al Conservatorio Bellini di Palermo bruciando ogni tappa grazie alla sola forza dell’infinito.

Una tappa dopo l’altra, si perfeziona presso l’International Arts Academy di Roma sotto la guida di Stefano Palamidessi e di grandi concertisti come David Russell, Alberto Ponce, Hopkinson Smith e John Duarte.

Non stupisce che, dopo il Conservatorio, consegua anche la Laurea in Lingue e Letterature Straniere.

  • Un esploratore non può fermarsi al caso, alla fortuna od al presente.

Ed allora inizia il suo girovagare per il Mondo.
Diplomatosi in chitarra classica e, da subito vincitore di premi importanti, intravede, senza inganni, una nuova galassia da esplorare e, la passione per il folk, padre del blues, lo porta a conseguire un’altra Laurea in Musica Jazz con menzione d’onore.

Ed allora l’esplorazione si fa sempre più profonda e piena di cambiamenti, aggiustamenti, passioni, divagazioni, pensieri belli e brutti ma, senza alcuna sosta.

Trova uno stile personale ed unico di improvvisazione, non esente da contaminazioni di bossanova, musica etnica e latin-jazz.

Un vero chitarrista, uno dei migliori al Mondo, senza schemi o meglio con schemi tutti suoi che favorisce richiami d’oltre oceano e curiosità senza confini. Arriva a Los Angeles e diventa docente presso l’University of Southern California.

La voglia di vivere senza schemi, ma solo in virtù della musica che ti prende, di rapina il cuore e te lo custodisce nella cassa armonica di quel liuto a manico lungo che tanto inebria e dona libertà, diventa favolosa poesia, il filo conduttore della mission di Francesco.

Le sue doti incredibilmente spiccate che rendono agli occhi, e solo agli occhi, di chi guarda affascinato il volteggiar delle dita e lo spizzico delle corde, una semplicità di interpretazione, impossibile per altri comuni mortali, fa sì che Tood Thielemans, Diane Schurr, Arturo Sandoval, Joe Bowie, Bob Mintzer, Bill Russo, Vince Mendoza, Frank Foster, Bireli Lagréne, Mickey Howard, Joe Lovano, Joe Pisano, Franck Vignola, Francesco Cafiso, insistono nel ricercarlo quale partner per le loro uscite musicali e, grandi nomi della musica italiana quali Lucio Dalla, Renzo Arbore, Ornella Vanoni, per citarne alcuni, lo chiamano a collaborare, collaborazione che tutt’ora vede Fabio Concato, Pippo Pollina e la grande Antonella Ruggiero, “ sudditi “ della sua chitarra.

Rassegne internazionali lo consacrano ed i ragazzi della Cattedra del Conservatorio di Salerno, dove attualmente insegna chitarra Jazz, godono di un maestro sopraffino e dalla spasmodica ricerca di talenti a cui passare il testimone.

Una discografia eccellente sin dall’ormai lontano 1998 ,lo vede comporre album con i più grandi maestri della chitarra mondiale.

Sempre alla ricerca ed alla voglia esplorativa, nel 2009 da tutto sé stesso incidendo il più caratteristico album dal titolo “L’Esploratore”, caratterizzato da ricerca sopraffina di brani popolari e folk delle culture tradizionali internazionali.

E proprio l’album “L’esploratore “merita un approfondimento.

  • Un album che proietta l’autore e, con egli, l’ascoltatore, in un viaggio in luoghi dove la musica scandisce i ritmi della vita quotidiana di una vasta parte dei popoli, esprimendosi con la loro cultura senza età, senza maschera e senza nessun filtro.

Elementi etnici spesso influenzati dal Jazz o influenzanti il jazz stesso, dalla musica Afro Americana.

  • “La vera essenza della musica deriva dalle forme, dai ritmi e dalle armonie che il popolo vive quotidianamente e senza pensare alla negligenza ed alla negatività che intorno aleggia senza volto e piena di voracità quotidiana “.

“Il legame tra l’aria che si respira, il vino, perché bevo e la famiglia, è la chiave di perché sono il musicista che sono”. Questa l’ammissione di Francesco in un concerto a Larino di qualche anno fa magicamente strabiliò il pubblico, che non lo conosceva, e che magicamente ne divenne complice con urla di piacere, battiti scroscianti e deliranti “Bis, Bis”.

Una serata memorabile grazie all’interessamento certosino dell’amico Giancarlo.

E così, brani come Libertango, Hava Nagila, Dance of Yi People, antico brano cinese scritto per il tipico liuto cinese, sono diventati veri e propri esercizi di meditazione, terapia e vere indimenticabili emozioni.

Emozioni che annullano ideologie, diventano fonti di gioia assoluta e mezzi qualificati per aggregare e sognare un futuro dalla danza soffice, armoniosa e struggente, nello stesso momento, da condividere su di una melodia ancora del tutto sconosciuta ma, che presto vedrà la luce.

Un capolavoro che si fonda su ritmi e melodie Israelite, Argentine, Statunitensi, Greche, Italiane, Russe, Cinesi, Messicane, Spagnole, Brasiliane, in una storia unica ed affascinante che ripercorre l’amore di una vita vissuta con il privilegio di essere un “chiamato”, per restituirci la forza di amare, condividere, di esistere, anche dopo tragici eventi, come quello del suo primo amore scomparso prematuramente e di augurio al momento attuale che il Mondo intero è chiamato a combattere.

Sopra di tutti un brano eccezionale che andrebbe rafforzato con la doppia z, quale Tico Tico che, nell’esibizione in solo chitarra, sembra, chiudendo gli occhi ed immaginando il mondo che gira pazzamente al ritmo della musica, suonato da un’intera orchestra.

Con l’Esploratore, è cambiata la fase ed il modo di vedere la vita. Non se ne uscirà vivi, e, nella condizione di vita attuale, soprattutto oggi, costretti a convivere con un virus che in maniera subdola è entrato nelle nostre vite e minaccia il mondo intero con la sua crudeltà e la sua voracità di vite umane, non tutto è come lo immaginiamo ma, tutto è come lo costruiamo. La costruzione fantastica di scale, ritmi sempre diversi ma sempre nell’orecchio dell’ascoltatore, maestro o profano che sia, ci rende straordinariamente al passo dei tempi nel ricordo di essi come tempi di raffronto e mai migliori se non rimpianti.

Il rimpianto non è continuazione positiva della vita, è facoltà ed intelletto, è progresso insito della tradizione, sapori che non andranno mai via per caso, amori che non avranno mai un cassetto per poter porli in quarantena.

Evitiamo di declinare i lavori teatrali, cinematografici, i riconoscimenti ; sopra di tutti
il titolo di Ambasciatore di pace nel mondo da parte dell’ONU ed il riconoscimento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per le musiche del docufilm “Io ricordo”, per “i sentimenti generati”, Francesco ne sarà felice.

Ne sarà felice perché, Francesco Buzzurro, nella sua modestia e la sua grande caratterizzazione di uomo dal cuore d’oro è, semplicemente… Francesco Buzzurro.

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