Una scelta coraggiosa quella di proporre sullo stesso palco per due concerti uno strumento oggi desueto come la fisarmonica. Ma Sonika Poietika non è un palco semplice, occorre osare e la prima serata della rassegna musicale promossa da Fondazione Molise Cultura e Regione Molise ha osato ricevendo l’attenzione e gli applausi del pubblico. Incantevoli le melodie proposte nel primo concerto dall’accordion da Pietro Roffi, autore di “1999” (Inri Classic), un album che racchiude ora con delicatezza, ora con vigore le sue esperienze tra ricordi del passato, viaggi e interrogativi del presente. Una rotta solitaria quella del giovane musicista nato alla periferia di Roma, dettata dai tasti dello strumento e da effetti elettronici che ha letteralmente incantato gli spettatori. Melodie di un’Italia di “provincia” che scaldano il cuore poiché capaci di far riemergere emozioni dimenticate, quasi cinematografiche, di cui forse abbiamo ancora estremamente bisogno in un tempo sintetico come quello che viviamo. Ma se Pietro Roffi ha scaldato il cuore dei presenti, la voce di Maria Mazzotta e il virtuosismo di Vince Abbracciante hanno incendiato la platea. Un patrimonio di cultura e di musica popolare quello messo in scena ieri sera dal duo per quasi un’ora e mezzo sul palco della terrazza del Palazzo Gil. Dai classici salentini (“Bedda ci stai luntanu”), passando per Domenico Modugno (“Lu Pisci Spada”) e Rosa Balestrieri (“Rosa canta e cunta”), la voce di Maria Mazzotta ha emozionato il pubblico, nonostante il freddo di queste sera settembrina. Ironica, tagliente, giovane donna forte e consapevole del Sud, Maria ha portato sul palco quella idea stessa di un Mediterraneo musicale che parte da Genova e Venezia e che abbraccia la Sardegna, la Sicilia, gli Abruzzi (la sua versione di “Scura maje” è dolore inconsolabile), fino a raggiungere l’Africa e i Balcani, incarnando in pieno lo spirito di Sonika Poietika.

Riassunto video prima serata di Sonika Poietika
(di Michele Messere)