In questo periodo di grande difficoltà per il mondo intero, ci siamo accorti di come la Natura stia tornando a farsi sentire e, complice anche la Primavera più o meno intermittente, stia effondendo qualcosa di benefico per la Terra. Lo smog diminuisce, gli uccelli si sentono più liberi di svolazzare, tutti gli animali sono curiosi e stupefatti dell’improvviso silenzio e della irreale calma che avvertono intorno a loro. Soprattutto in città.

Possiamo dunque approfittare di questo momento per pensare alla Natura e riavvicinarci ad essa, senza necessariamente andare in un parco, viste le restrizioni, ma riconsiderandola come entità benefica e creatrice e contemplandola per avvertirne il suo spirito vitale.

In questi giorni ho scoperto un poeta-filosofo americano non tra i più noti, ma che ha avuto un ruolo decisivo nella cultura d’oltreoceano, amico di Thoreau e che Nietzsche leggerà e studierà per tutta la sua vita.

La lettura del suo saggio Nature mi ha ispirato questi versi:

Io sono qui su di una sedia e osservo il mondo
ch’è lì fuori dalla finestra, considero Natura
e Anima sostanze d’Universo. Onorato, Ralph W.
Emerson è il mio nome, sono sodale di Thoreau,
filosofo, poeta. Quello che credo è che l’uomo
per sentirsi solo debba guardare agli astri, i
messaggeri di bellezza, inaccessibili e sempre
presenti che figurano il sublime e la città di
Dio, motivo per il quale la nostra atmosfera è
trasparente. Ma solo chi è amante della Natura
avrà luce del sole che risplende negli occhi e
avrà i sensi interni in accordo tra di loro se
la Natura gli ha detto: tu sarai felice con me
nonostante l’amarezza. Vieni nel bosco a farti
santo ed un tremolare di fronde nella tempesta
ti sorprenda con più nobili idee ed emozioni e
rammenta che la gaiezza non risiede nel creato
e neppure nell’umano ma solamente nell’armonia
che entrambi potranno felici fucinare insieme.