Al via la sesta edizione di “Kiss Me Deadly”, la rassegna cinematografica prodotta dalla Fondazione Molise Cultura e dedicata al cinema “Noir”.

Tre opere prime e due opere seconde nel programma di questa sesta edizione di Kiss Me Deadly. Edizione in formato ridotto per un “anno vissuto pericolosamente”, trascorso in parte chiusi dentro casa, in parte a mascherarci e a prendere letteralmente le distanze dal prossimo. Una ragione di più per tornare oggi – con tutte le doverose cautele – a incontrarci e a viaggiare, almeno nell’immaginario. L’itinerario che proponiamo ci porta dalle banlieue parigine del 2018 agli States dell’Era Trump, dalla Corea degli anni ’80 alla New York del 1954 fino a una stilizzata Napoli anni ’70. Cinque storie drammatiche che parlano linguaggi diversi e che attraversano scenari molto eterogenei: dagli incandescenti conflitti in atto nell’Occidente contemporaneo all’estetica “jazz” e hardboiled del noir classico, dallo psycho-thriller orientale d’autore all’impasto visionario tra tradizione e sperimentazione proveniente dal graphic novel italiano.
Tra titoli recentissimi, un salto indietro per una straordinaria opera diretta nel 2003 da Bong
Joon-ho e finora mai distribuita in Italia: a testimoniare che un film come Parasite, Premio Oscar
2019, non nasce dal nulla.
“I film liberano la testa” sosteneva Rainer Werner Fassbinder e noi ci crediamo. Ora più che mai.

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PROGRAMMA

lunedì 24 agosto ore 21.00
I MISERABILI
di Ladj Ly
(Les Misérables – Francia, 2019 – durata 100’)
con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djibril Zonga, Issa Perica, Al-Hassan Ly
presenta Pier Paolo Giannubilo

Luglio 2018. Nel giorno in cui tutta Parigi celebra in strada la vittoria francese ai Mondiali, il poliziotto Stéphane, appena trasferito alla Brigata anti-crimine della Capitale, si unisce alla squadra del razzista Chris e dell’africano Gwada. In due roventi giorni, mentre cresce la tensione tra le comunità africane, arabe e gitane, i tre percorrono la banlieue incrociando le strade di due ragazzini: Issa, che ha una speciale vocazione a cacciarsi nei guai, e Buzz, appassionato di droni. Gli eventi sono presto destinati a precipitare e l’onesto Stéphane dovrà fare i conti con una dura realtà. Riscrivendo un suo cortometraggio del 2017, il documentarista Ladj Ly racconta senza enfasi né manierismi una guerra sotterranea in corso nel cuore dell’Occidente (il quartiere è lo stesso in cui Victor Hugo ambienta il suo classico del 1862, come se il tempo si fosse fermato). Tra malessere sociale, dialogo complicato tra culture diverse, conflitti per il controllo delle strade e violenza poliziesca, si innesca una bomba ad orologeria che non può non esplodere. Il film mette in scena, in un potente, memorabile campo/controcampo, proprio l’istante che precede la deflagrazione. Premio della Giuria al Festival di Cannes, vincitore di 4 Premi Cesar, dell’Eurpean Film Award e del Premio Goya come Miglior Film Europeo dell’anno, candidato all’Oscar, I miserabili è un campanello d’allarme.
“Sono cresciuto in quelle banlieue, e non era semplice, ma nessuno ci ha mai davvero ascoltato, e avevo bisogno che venissimo ascoltati, per cercare una soluzione. Hugo era imprescindibile da questa situazione, anche due secoli dopo: il film è una storia universale, è una situazione che esiste ovunque nel mondo” (Ladj Ly)

martedì 25 agosto ore 21.00
QUEEN & SLIM
di Melina Matsoukas
(Queen & Slim – USA, 2019 – durata 132’)
con Daniel Kaluuya, Jodie Turner-Smith, Bokeem Woodbine, Chloë Sevigny, Flea
presenta Carlo Modesti Pauer

Slim, cassiere in un supermercato, e Queen, battagliera avvocata penalista, sono al primo appuntamento. Dopo una cena non memorabile, i due vengono fermati per un controllo di routine da una pattuglia della polizia: la discussione con un agente razzista e violento degenera con esiti tragici. In preda al panico, la coppia fugge dalla città. Una casuale ripresa dell’accaduto, diffusa sui social, la rende presto un simbolo per tutta la comunità afroamericana.

Inseguiti dalla polizia, risoluti a sfuggire all’ingiustizia del proprio paese, Queen e Slim imparano a conoscersi reciprocamente, cercando di raggiungere la Florida e di salvare la vita. Uscito sei mesi prima dell’assassinio di George Floyd, il film dell’esordiente Melina Matsoukas anticipa la recente, incandescente stagione del movimento Black Lives Matter mixando denuncia, crime, romanticismo e perfino commedia. Un ineccepibile, vigoroso sguardo politico sull’America di Trump che, recuperando la parbola archetipica della coppia di fuorilegge in fuga, aggiunge alla materia classica un’inedita tenerezza nel ritratto dei due protagonisti e un’insolita, stimolante complessità nella ricca galleria dei personaggi secondari.

“I protagonisti viaggiano in direzione sud, anziché verso nord, negli Stati Uniti, e Cleveland era l’ultima fermata della “ferrovia sotterranea” usata dai neri in fuga prima di varcare il confine con il Canada, aveva un significato storico. E per me era anche la città in cui è stato ucciso Tamir Rice, un ragazzino di colore che giocava in un parco. È stato ucciso da un poliziotto bianco. Quindi, ci sono dei parallelismi riguardo alle persone che rendono onore a chi ha perso la vita per mano della brutalità della polizia. (…) Penso che il nostro film parli del razzismo come fattore sistematico: il razzismo è un problema globale, che assume forme e modi diversi a seconda del Paese. Ma si tratta di un fenomeno che si trova ovunque” (Melina Matsoukas)

mercoledì 26 agosto ore 21.00
MEMORIE DI UN ASSASSINO-MEMORIES OF MURDER
di Bong Joon-ho
(Salinui chueok – Corea del Sud, 2003 – durata 129’)
con Song Kang-ho, Sang-kyung Kim, Roe-ha Kim, Song Jae-ho, Hie-bong Byeon, Seo-hie Ko

Corea del Sud, 1986. Nei dintorni di uno sperduto villaggio rurale viene rinvenuto il cadavere di una ragazza, stuprata e assassinata; pochi giorni dopo viene trovata una seconda vittima. La polizia locale, che conduce le indagini ricorrendo a metodi violenti, arresta un ragazzino con problemi mentali. Arrivato da Seoul, il detective Seo Tae-yun non crede alla sua colpevolezza e, analizzando i delitti, individua il modus operandi di un serial killer: colpisce nei giorni di pioggia e sceglie giovani donne vestite di rosso e predilige i vestiti rossi…

Opera seconda di Bong Joon-ho, Memorie di un assassino arriva sugli schermi italiani dopo 17 anni, a seguito degli Oscar vinti da Parasite. E’ ispirato alla vera storia del primo omicida seriale coreano noto, attivo tra il 1986 e il 1991 nella provincia di Gyeonggi. Rimasto insoluto per anni, solo nel 2019 il caso ha forse trovato soluzione. Immerso in un tempo lontano, il film sembra guardare gli avvenimenti che racconta attraverso un acquario o uno specchio opaco: sullo sfondo viene evocata la il regime militare del il generale Chun Doo-hwan che al tempo governava il paese reprimendo ogni forma di opposizione, in primo piano l’ossessione e la frustrazione di un poliziotto e la caccia a un assassino inafferrabile, la cui presenza aleggia come un fantasma in una remota contrada, bagnata incessantemente dalla pioggia, degradata, brutale, tagliata fuoridal mondo. E’ la perfetta metafora di un paese sprofondato sotto il tallone dell’autoritarismo.

Modulando come sempre registri diversi e giocando su contrasti estremi, Bong Joon-ho compone un affresco senza eroi infallibili né risoluzioni folgoranti, ipnotico e malinconico come un brutto sogno che torna dal passato e che non si riesce a dimenticare.

L’Academy Award lo ha scoperto solo qualche mese fa, ma già nel 2003 la cinematografia sudcoreana era tra le migliori del mondo.

“Paradossalmente, ho scoperto che le condizioni reali di un caso di omicidio non si conformano alle convenzioni del genere giallo. Solo una storia come quella di Il silenzio degli innocenti ha permesso di realizzare un thriller intellettuale che mette l’uno contro l’altro il detctive e il criminale. Nella realtà di solito questo non accade. E io desideravo mostrare la realtà – così com’è, in cui il comico coesiste con l’orribile (…) Nella maggior parte dei thriller, la morte è semplicemente un gioco o un rompicapo, ma in memorie di un assassino la morte è accompagnata da tristezza e rabbia. Non provo solo rabbia nei confronti dell’assassino, ma mi fanno anche infuriare le circostanze che permisero all’omicida di continuare ad uccidere”( Bong Joon-ho)

giovedì 27 agosto ore 21.00
MOTHERLESS BROOKLYN-I SEGRETI DI UNA CITTA’
di Edward Norton
(Motherless Brooklyn – USA, 2019 – durata 144’)
con Edward Norton, Bruce Willis, Gugu Mbatha-Raw, Alec Baldwin, Willem Dafoe
presenta Pasquale Pede

New York, 1954. Lionel, afflitto dalla Sindrome di Tourette, lavora come detective privato nell’agenzia del suo amico e mentore Frank Minna.

Quando Frank viene assassinato durante una misteriosa operazione, Lionel si getta a capofitto alla ricerca dei colpevoli battendo l’alta società e i bassifondi, incrociando politici, gangster, attivisti e affaristi. Trasferendo l’omonimo romanzo di Jonathan Lethem dalla fine degli anni ’90 alla metà degli anni ’50 in omaggio ai classici del film noir, Edward Norton scrive, dirige, interpreta e produce. Provengono dalla grande tradizione a cui il film si accoda il nocciolo duro dello scontro tra individuo e Capitale, l’intreccio a più strati, il ritratto di un solitario con un piede dentro e uno fuori dalla società, la solida struttura che dai piccoli eventi delittuosi conduce a scenari di ampio respiro politico e sociale. Dalla fonte letteraria arriva invece il tratto di modernità, lo scarto anarchico, ovvero la patologia – personificata in una sorta di suggeritore provocatorio e incontrollabile chiamato Bailey – con cui il protagonista è costretto a convivere e che gli conferisce davvero una diversa abilità come investigatore: lo sguardo analitico, la pulsione ossessiva, il conflitto continuo con il caos latente. Film noir never dies.

“Quando vai in giro a dire “Voglio fare un film epico ambientato nella New York degli anni ’50, con un personaggio a metà tra Jake Gittes – il protagonista di Chinatown di Roman Polanski – e Forrest Gump un sacco di gente commenta: “Mi piacerebbe avere la stessa visione di Edward Norton, ma…” C’è voluto un po’ per trovare sostenitori. (…) Nell’era moderna della democrazia liberale tutti noi abbiamo investito nell’idea che il popolo abbia il potere. Ma anche nell’idea che ci sia sempre una minaccia in senso contrario, che ci siano forze che ci strappano questo potere è senza tempo e non riguarda solo l’America. L’innamoramento per personaggi oscuri lo vediamo anche in Europa e America latina, ad esempio. È come un’ombra che ci ricorda che dobbiamo stare sempre svegli” (Edward Norton)

venerdì 28 agosto ore 21.00
5 E’ IL NUMERO PERFETTO
di Igort (Igor Tuveri)
(Italia/Francia/Belgio, 2019 – durata 100’)
con Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso, Iaia Forte la proiezione del film sarà preceduta dall’incontro online con il regista e autore IGORT condotto da Andrea Fornasiero Napoli anni ’70.

Pepino Lo Cicero, sicario della camorra in pensione,riappare sulla scena per vendicare il figlio ucciso in un agguato. Insieme al suo vecchio sodale Totò ‘O Macellaio, guappo in disarmo, e alla vecchia fiamma Rita, di cui è innamorato da vent’anni, Peppino si cala nella nuova, perfida scena criminale alla ricerca della verità, come un dinosauro sopravvissuto all’estinzione.

Partendo dal suo graphic novel del 2002, l’esordiente Igort tratteggia una Napoli che sembra uscire da un universo parallelo in cui convivono passioni ataviche da sceneggiata e invenzioni coloristiche alla Suzuki Seijun, atmosfere hardboiled tra Dashiell Hammett e Blade Runner, il western crepuscolare e il noir hongkonghese stilizzato allo Johnnie To. In questo contesto si muove con la giusta teatralità e autorevolezza un’icona come Toni Servillo, ridisegnato anche nella fisionomia e messo al servizio di un cinema pop che non ha complessi di inferiorità e che non teme le sfide: né al mercato cinematografico italiano, in cui irrompe come un oggetto alieno, nè tantomeno all’immaginario postmoderno di genere di cui è legittimo figlio.

“Il cinema moderno lo hanno inventato Antonioni e Fellini. O Sergio Leone con le sue ipotesi di western. L’immagine dev’essere racconto, tassello per tassello. Niente cine fumetto però ma cinema, almeno questo è quello che ho voluto ci fosse nel mio film. E ci sono tanti riferimenti disseminati qua e là…Suggestioni e atmosfere sono state arricchite da uno scambio proficuo con Toni Servillo che ha amato la sceneggiatura. Insieme abbiamo avuto una visione comune di una Napoli un po’ visionaria, notturna, piovosa, metafisica” (Igort)

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CONTAMINAZIONI DI GENERE
Venerdì 28/08
ore 20.00 Auditorium Gil| VENUS PROJECT (cortometraggio)
di William Mussini
Con Fabrizio Russo e Giada Primiano
e con Michelangelo Tomaro
Voce Off: Salvatore De Santis

PROIEZIONE GRATUITA SU PRENOTAZIONE
Il cortometraggio sarà presentato dall’autore William Mussini

24 agosto – ore 20.00
Presentazione Mostra e rivista Ossidiana – Associazione NOIRexist In apertura della kermesse verrà presentato il numero 1 di Ossidiana, la rivista antologica a fumetti autoprodotta dal collettivo di autori molisani NOIRexist.

NOIRexist è un’associazione ricreativo-culturale che ha l’obiettivo primario della promozione e dello sviluppo della cultura del fumetto, attraverso la pubblicazione della rivista autoprodotta Ossidiana e l’organizzazione di eventi incentrati sul fumetto a 360 gradi, come workshop, presentazioni e conferenze. KMD 2020 accoglierà una mostra con i lavori firmati dai fumettisti NoiRexist.

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POSTI NUMERATI CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

INGRESSO € 5,00

ABBONAMENTO € 20,00

SOCIO SOSTENITORE € 50,00

DIRITTI DI PREVENDITA € 0,50

I biglietti degli altri film saranno in prevendita, sempre on-line, dalla mezzanotte del 24 agosto e FINO AD UN’ORA PRIMA DELL’INIZIO DI CIASCUNO SPETTACOLO.Sarà inoltre possibile acquistare gli abbonamenti e il biglietto del primo film anche presso il botteghino che allestito in Piazza della Vittoria sino al 21 agosto dalle 19 alle 21, mentre dal 24 agosto sarà aperto il botteghino presso il Palazzo Gil di via Milano sempre dalle 19 alle 21.

IN CASO DI MALTEMPO GLI EVENTI SI SVOLGERANNO AL CHIUSO PRESSO L’AUDITORIUM EX GIL